“La vita è una combinazione di pasta e magia”. Federico Fellini
Spaghetti, tortiglioni, orecchiette, farfalle, strozzapreti e chi più ne ha più ne metta. La pasta, vanto italiano e bontà senza confini, muta in un tourbillon di formati, ripieni, creatività, gusti, necessità e culture. Quello odierno sembra essere il tempo delle “bio”, delle gluten-free, di quelle da grani antichi, delle cugine a base di legumi e, soprattutto, della PASTA INTEGRALE. O meglio, della pasta più o meno integrale…
Per legge[1], in Italia,
“è denominato pasta di semola integrale di grano duro il prodotto ottenuto dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasto preparato esclusivamente con semola integrale di grano duro ed acqua.
È denominato semola integrale di grano duro, o semplicemente semola integrale, il prodotto granulare a spigolo vivo ottenuto direttamente dalla macinazione del grano duro liberato dalle sostanze estranee e dalle impurità”.
La pasta integrale è quindi fatta con semola contente tutte le frazioni del chicco (cariosside) del grano: crusca, germe ed endosperma* ?
*[nell’ordine, presenti nel chicco dall’esterno verso l’interno]
NON SEMPRE.
In base alla stessa normativa[2] è possibile infatti considerare INTEGRALE una semola ed una pasta purché presentino una determinata percentuale di ceneri, ovvero di sali minerali residui dopo un processo di carbonizzazione (quantità compresa fra 1,40 e 1,80 su cento parti di sostanza secca – i minerali sono concentrati per lo più negli strati periferici del chicco di grano – la legge prevede anche un tasso minimo di proteine e un valore di umidità massima).
RISULTATO: diversi “INTEGRALI” possibili
(con i principali procedimenti di trasformazione del frumento)
1. “VERO” integrale = macinazione diretta, tra mole in pietra, dell’intera cariosside del grano (prima pulita da sostanze estranee e impurità) = semola con tutte le parti del frutto.
Lo sfarinato “tutto corpo” può avere valori di ceneri (sali minerali) superiori ai livelli previsti per le semole integrali dalla normativa in materia e potrebbe pertanto essere necessario un abburattamento (setacciatura).
Pasta contenente tutte le frazioni del chicco di grano (fondamentalmente nella stessa proporzione in cui esse sono presenti nella cariosside).
= PRODOTTI INTEGRI
2. “FINTO” integrale =
a) molitura dei chicchi di grano attraverso un sistema rotante a cilindri che lavora ed elimina progressivamente gli strati del frutto (la frantumazione avviene partendo da chicchi precedentemente puliti, decorticati o no e inumiditi – dopo ogni passaggio di macinazione viene praticata una setacciatura: raffinazione della semola – segue un’operazione di rimacina);
b) ricomposizione della semola utilizzando farina raffinata + crusca (e/o suoi sottoprodotti: cruschello, tritello, ossia residui del processo di raffinazione). L’aggiunta della “crusca”, con i suoi sali minerali, permette di raggiungere i quantitativi di ceneri previsti dalla legge per semola e pasta integrali.
Prodotti di questo tipo NON contengono quindi il GERME DI GRANO (ad eccezione di eventuali frammenti rimanenti dalle lavorazioni), componente ricco di “grassi buoni” (soprattutto acido linoleico – Omega 6), proteine, sostanze antiossidanti quali ad esempio tocoferoli e caroteni (rispettivamente provitamina E ed A), vitamine del gruppo B e minerali (Fosforo, Potassio, Magnesio, Calcio, Ferro, Zinco etc.). PARTE VITALE del CHICCO che viene eliminata in fase di raffinazione in quanto facilmente deperibile (i lipidi contenuti nel germe sono soggetti ad ossidazione ed irrancidimento), al fine di aumentare i tempi di conservazione di sfarinati e pasta.
3. “INTEGRALE no da chicco intero” =
a) macinazione del frumento a cilindri;
b) ricostituzione della semola aggiungendo alla farina purificata, crusca e germe, eventualmente “lavorati” e in proporzioni variabili.
Pasta che contiene “tutte” le frazioni del chicco del frumento, più o meno “raffinate”, e in possibile diverso rapporto quantitativo rispetto a quello presente nella cariosside intatta[3].
RIASSUMENDO
Sul mercato è possibile trovare paste integrali prodotte utilizzando “sfarinati integrali” con caratteristiche compositive e nutrizionali differenti fra loro.
“PASTA INTEGRALE” non significa necessariamente, pasta realizzata con semola ottenuta macinando direttamente l’intera cariosside del grano e contenente il germe del grano.
CONTRO il “falso” integrale
Esistono due proposte di legge che prevedono “Disposizioni concernenti l’etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro produzione/vendita e del loro consumo”. I progetti legislativi risultano attualmente in corso di esame in Commissione[4].
PASTA INTEGRALE: caratteristiche
Rispetto alla pasta “bianca”, quella integrale contiene più fibre, sali minerali (soprattutto Potassio, Fosforo, Magnesio, Calcio e Ferro), vitamine B, “grassi buoni” (es. Omega 3 e 6) e sostanze antiossidanti come polifenoli e vitamina E.
La pasta integrale poi, ha un po’ meno carboidrati, un indice glicemico inferiore (la pasta tradizionale non ha comunque un alto indice glicemico – da considerare in ogni caso diverse altre variabili che incidono sulla determinazione dell’indice glicemico; per esempio il grado di cottura e la combinazione con altri ingredienti), carico glicemico più basso, un apporto proteico maggiore e una lieve minore quantità di calorie[5].
CEREALI INTEGRALI e SALUTE
Secondo evidenze scientifiche, il consumo di cereali integrali può svolgere un’azione protettiva nei confronti di obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e certe forme di tumore.
Alcune prove sostengono inoltre che l’assunzione elevata di cereali integrali potrebbe essere associata ad un minor rischio di mortalità per tutte le cause, per malattie cardiovascolari, cancro e altri fattori (es. diabete, patologie respiratorie, infezioni).
Da ricordare, che i cereali integrali contengono fibre i cui composti complessanti associati, in particolare fitati, possono interferire con l’assorbimento di alcuni minerali quali Ferro, Zinco e Calcio. Tuttavia la presenza di fitati può essere diminuita mediante processi come ad esempio la fermentazione e la lievitazione. Sembra poi che le fibre, assunte in dosi adeguate e contestualmente ad un buon quantitativo di sali minerali, in assenza di patologie, non siano associate a carenze di minerali[6].
Una RICETTA per gustare la pasta integrale…
pasta fredda sapori dell’orto, olive e pistacchi.
RICETTA: PASTA FREDDA sapori dell’orto, olive e pistacchi ETICHETTE: PASTA INTEGRALE – con intervista al Prof. Stefano Benedettelli – pasta di semola integrale di grano duro/frumento |
- 160 g di pasta integrale
- 1 zucchina piccola
- 5 pomodorini
- un pezzetto di sedano
- 2 carote piccole
- ½ cavolo cappuccio rosso di piccole dimensioni (peso ortaggio intero ca. 200 g, della metà ca. 100 g)
- 1 cipolla rossa di tropea piccola
- ½ limone non trattato
- 8 olive nere
- un pizzico di origano
- peperoncino (facoltativo)
- sale q.b.
- 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
- 15 g ca. di pistacchi al naturale (non tostati e non salati)
PREPARAZIONE
1. mettere a bollire dell’acqua a fuoco lento
2. lavare zucchina, pomodori, sedano, carote, cavolo cappuccio e limone
3. mondare zucchina, sedano, carote e cipolla
4. tritare finemente – con un robot da cucina o a mano – tutti gli ortaggi, tranne i pomodori
5. versare le verdure sminuzzate in una ciotola
6. tagliare in quattro parti ogni pomodorino e a metà il limone
7. mettere i pomodori nella terrina con gli ortaggi e spremerci sopra mezzo limone
8. aggiungere alle verdure le olive nere, un po’ di origano, un pizzico di peperoncino, del sale e 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva – mescolare
9. triturare i pistacchi in un mixer da cucina e versare la granella così ottenuta in una ciotolina
10. al momento della bollitura, salare l’acqua precedentemente messa a scaldare, cuocere la pasta, scolarla al dente e passarla sotto l’acqua fredda girandola con una paletta fino a quando non sarà completamente raffreddata
11. fare sgocciare bene la pasta, versarla nella ciotola con il condimento a base di verdure e mescolare bene
12. mettere la pasta nei piatti e guarnire con la granella di pistacchi
Semplice no ;-)?
Verdurine, olive, pistacchi e ovviamente, la pasta.
Integrale è sempre meglio?
E come si dovrebbe scegliere in pratica una pasta integrale?
Lo abbiamo domandato al Professor Stefano Benedettelli, docente di “Genetica vegetale” e “Biodiversità nei sistemi agrari” all’Università degli Studi di Firenze, esperto di grano e studioso del rapporto cereali-salute.
Benefìci per la salute dai “cibi integrali” trasformati, si hanno solo in caso di consumo di prodotti integri (ottenuti con sfarinati da chicco intero-contenenti il germe) o anche se si assumono alimenti ricostituiti (fatti con farina raffinata addizionata a crusca ed eventualmente al germe)?
“Gli effetti positivi dell’“integrale” sull’organismo umano sono particolarmente legati alla presenza contemporanea di tutte le frazioni del chicco. Mangiare una “farina bianca” a cui è stata aggiunta crusca (“fibre”) non equivale, in termini nutritivi, a consumare farina/semola integrale.
Oltre al fatto di non contenere il germe del grano – che comunque laddove riaccorpato lo è raramente in forma intatta, bensì privato del suo olio e disidratato – le fibre aggiunte sembra abbiano minore efficacia rispetto a quelle presenti naturalmente negli alimenti integrali.
Ricordiamo che l’embrione racchiude sostanze come acido linoleico, octacosanolo, vitamine A, B, E e minerali, preziose soprattutto per cuore, arterie, sistema nervoso e pelle.
E che i tegumenti cruscali della cariosside di grano sono ricchi, non solo di fibre (favoriscono senso di sazietà e transito intestinale, nutrono i batteri nel nostro intestino, modulano l’assorbimento di zuccheri e grassi), ma anche di composti antiossidanti e sali minerali.
Motivi per cui, nel caso della pasta, al di là delle indicazioni “PASTA di SEMOLA INTEGRALE di GRANO DURO” e “SEMOLA INTEGRALE di GRANO DURO”, in etichetta sarebbe in generale meglio trovare specificato che si tratti di un prodotto ottenuto con semola da chicco intero-contenente il germe di grano“.
La pasta integrale è preferibile che sia biologica?
“Normalmente sì, perché la pasta integrale comprende le parti più esterne del chicco, quelle dove si concentrano maggiormente i residui chimici della coltivazione tradizionale. Inoltre, per i prodotti biologici non vengono usati composti di sintesi nella fase di conservazione del grano che precede la produzione di farine, semole e derivati.
Riguardo alla possibilità di riscontrare invece micotossine o metalli pesanti, dal confronto di diversi studi emerge che esiste un’ampia variabilità sia nei frumenti biologici che in quelli tradizionali.
È importante comunque che anche nel caso del grano biologico, questo venga controllato appena raccolto e che dopo una pulizia adeguata sia conservato opportunamente, evitando lo sviluppo di insetti e muffe.
Sebbene la normativa in materia preveda che gli alimenti immessi sul mercato non debbano contenere quantità di contaminanti maggiori a determinati livelli rischiosi per la salute, va considerata l’eventualità di accumulo di tali sostanze assunte da varie fonti alimentari[7].
Dobbiamo infine sapere che eliminando la crusca grossolana in un frumento “non sano” di partenza, si può migliorare la qualità igienico-sanitaria di un prodotto”.
Che influenza ha, in genere, il metodo di coltivazione bio sulla qualità nutrizionale, funzionale e tecnologica del grano duro e della pasta?
“Le colture cerealicole biologiche sono basate su sistemi che prevedono, fra l’altro, l’utilizzo di concimi organici (es. letame) e rotazioni colturali anziché prodotti chimici di sintesi. Questo comporta in particolare che ci sia una minore quantità di azoto nel terreno rispetto a quanto non avvenga nella coltivazione tradizionale. Fattore che può influenzare la qualità del frumento.
Alcuni studi hanno rilevato che il grano biologico ha tendenzialmente meno proteine insolubili (glutine) del frumento convenzionale, quindi, peggiori prestazioni tecnologiche. Nel caso della pasta questo determina una minore tenuta della cottura. Per ovviare a questi inconvenienti negli ultimi anni si è lavorato molto in termini di scelta di varietà e fertilizzanti organici adatti al tipo di coltivazione bio. Tanto che oggi non è raro trovare paste biologiche con migliorate caratteristiche tecnologiche: che non scuociano facilmente. Il grano biologico sembra inoltre presenti generalmente una composizione proteica più equilibrata e maggiori quantità di sali minerali e sostanze antiossidanti. Ad ogni modo è necessario considerare che le caratteristiche nutrizionali-funzionali e tecnologiche di frumento e prodotti derivati dipendono da numerosi fattori fra cui la varietà del grano, il luogo di coltivazione, le condizioni climatiche e i metodi di lavorazione”[8].
Quanto, la varietà del frumento utilizzato, incide sulla qualità di una pasta?
Quali sono i grani duri migliori per fare la pasta integrale?
“La materia prima è molto importante. Indicativamente diciamo che ricade sulla qualità della pasta per un buon 70 %. Quando possibile sarebbe bene scegliere paste le cui etichette riportino in dettaglio la/le varietà di grano usate, prediligendo frumenti antichi quali ad esempio il Cappelli, il Timìlia, il Russello, lo Strazzavisazz ed il Ruscia (alcuni dei quali non sono ancora iscritti al registro, né come varietà convenzionali, né come varietà da conservazione). Vecchie varietà di grano solitamente ricche di minerali e composti bioattivi; sostanze benefiche per la salute”.
Pasta con grano “100 % ITALIANO”: è da prediligere?
“Solitamente sì. Un grano italiano NON è SEMPRE migliore di uno di provenienza estera, ma nella scelta è auspicabile considerare che un prodotto straniero è sottoposto generalmente a più lunghi tempi di trasporto/stoccaggio, quindi a maggiori rischi di contaminazione.
Di recente il nostro paese ha introdotto l’obbligo di indicazione dell’ORIGINE del grano – luogo di coltivazione e di molitura – sulle confezioni della pasta. Alcuni dubbi circa l’applicabilità di questo decreto nazionale sono sorti in seguito alla pubblicazione di una norma europea che prevede la specificazione in etichetta dell’origine/provenienza dell’ingrediente primario di un prodotto solo in determinati casi (es. “quando il paese d’origine o il luogo di provenienza di un alimento è indicato attraverso qualunque mezzo, come diciture, illustrazioni, simboli o termini che si riferiscono a luoghi o zone geografiche… Il presente regolamento non si applica alle indicazioni geografiche protette… o protette in virtù di accordi internazionali, né ai marchi d’impresa, registrati, laddove questi ultimi costituiscano un’indicazione dell’origine…” – dall’1/04/2020). Tuttavia, stando a quanto si legge sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e in un secondo decreto in materia (DECRETO 7 maggio 2018 ), sembra che il “provvedimento origine” italiano si possa applicare fino al 31 marzo 2020[9].
Per il “biologico” troviamo comunque indicata, insieme al logo comunitario del bio, l’ORIGINE delle MATERIE PRIME AGRICOLE utilizzate in un prodotto. Ovvero, per la pasta, il luogo di coltivazione del grano. Nell’esempio “ITALIA”.
Informazione da non confondere con lo “stabilimento di produzione o confezionamento”, che ci dice DOVE è stata prodotta/confezionata una pasta, né con la scritta “Made in Italy”, applicabile per legge su “merci interamente ottenute in Italia” o “…alla cui produzione hanno contribuito due o più paesi o territori e che in Italia hanno subìto l’ultima trasformazione sostanziale”[10]”.
La “LENTA ESICCAZIONE” è un valore aggiunto per una pasta?
“Sì. L’essicamento della pasta lento, a bassa temperatura, permette di mantenere inalterate le proprietà nutrizionali ed organolettiche dell’alimento”.
Che altre informazioni utili si possono trovare in etichetta, riguardo al processo produttivo della pasta?
“In aggiunta alla specifica del tipo di essiccazione, per valutare la qualità di una pasta integrale in base alla “lavorazione”, è importante considerare il METODO DI MACINAZIONE DEL GRANO. Anche se esso da solo ovviamente non basta, può essere indice del fatto che un prodotto sia “veramente integrale”.
Solamente la molitura a pietra permette di ottenere semole integre in un unico passaggio, senza dover rimescolare le varie parti della cariosside come avviene nei moderni impianti a cilindri. Questo significa che tutte le frazioni del chicco del grano sono frantumate insieme, conservando “grassi buoni”, sostanze antiossidanti, vitamine, minerali, fibre, enzimi, sapori ed odori tipici del frumento.
Per completezza va detto che nella macina a pietra è indispensabile utilizzare un frumento sano e pulito, perché in genere è la tipologia di molitura in cui è più alto il rischio di contaminazione.
La spesso sbandierata TRAFILATURA al BRONZO, invece, ha poco a che fare con la qualità di una pasta. A differenza della lavorazione con le più comuni trafile in teflon, consente di realizzare una pasta più porosa, in grado quindi di assorbire meglio il condimento. In termini nutrizionali, nell’alimento non cambia nulla.
Sulla confezione della pasta di cui stiamo osservando le principali informazioni in etichetta, oltre che di essicazione, si parla di “metodi di produzione tradizionali””.
Guardando i valori nutrizionali di una pasta integrale è possibile capire se si è di fronte ad prodotto fatto con semola da chicco intero?
“Il valore dei grassi, nutrienti racchiusi principalmente nel germe, è quello che più di altri potrebbe suggerire se la pasta è “veramente integrale”.
Generalmente una “pasta bianca” ha un contenuto di lipidi totali pari a ca. 1,4 – 1,8 g su 100 g di prodotto, mentre la pasta integrale dai 2 ai 2,9 g circa su 100 g.
Nel nostro caso i grassi in 100 grammi di pasta sono 2,2 g.
Altri dati che possono facilitare a capire se una pasta è “integra”, sono quelli relativi a vitamine e sali minerali. Valori che però per legge NON è obbligatorio riportare in etichetta e possono essere indicati solamente se vitamine e sali sono presenti in misura significativa, cioè per almeno il 15% dei consumi di riferimento giornalieri[11]. Nella pratica si trovano raramente, ma se specificati potrebbero attestare la presenza abbondante di germe (semola da chicco intero), essendo vitamine e minerali contenuti nell’embrione oltreché nella crusca.
La quantità di fibra – che nella pasta dell’esempio è buona; 8,3 g ogni 100 g – NON è invece sempre un valido elemento per valutare se un prodotto è “integrale”. Questo perché, come abbiamo visto, la fibra può essere aggiunta in un secondo momento sotto forma di crusca,cruschello, tritello.
Parimenti, in generale, scritte come “AD ALTO CONTENUTO di FIBRE”, da sole NON designano che la pasta è fatta con semola integra. Quando le troviamo significa che un prodotto contiene “almeno 6 g di fibre per 100 g”[12].
NON FERMIAMOCI quindi a queste diciture, ma cerchiamo in etichetta informazioni specifiche circa macinazione da chicco intero-presenza del germe o valutiamo la composizione nutrizionale (soprattutto grassi, vitamine e minerali).
In linea di massima, meglio comunque indirizzarsi sempre su paste con quanta più fibra possibile. Indicativamente 8 – 10 g su 100 g di prodotto.
Altri valori orientativi della pasta integrale (su 100 g) sono:
ENERGIA Kcal 355
PROTEINE 12 -13 g / 100 g – considerare che più sono le proteine, più la pasta tenderà a rimanere al dente (= maggiore qualità tecnologica della pasta). Non è però detto che questo corrisponda ad un’alta qualità a livello nutrizionale.
Ad esempio una pasta preparata con grano biologico ha solitamente un po’ meno proteine di una tradizionale, ma caratteristiche nutrizionali più interessanti.
CARBOIDRATI 63 g / 100 g – più alta è la presenza di carboidrati/zuccheri in etichetta, maggiore sarà stato il grado di raffinazione della semola usata per produrre una pasta[13].
Nel nostro caso pratico, dalla lettura della tabella nutrizionale e delle altre informazioni riportate sulla confezione, nel complesso sembrerebbe che il prodotto sia stato ottenuto con semola da chicco intero”.
Che colore deve avere la pasta integrale?
“La pasta integrale deve essere scura e presentare un colore omogeneo. Se è chiara e/o vediamo dei puntini più marcati ci troviamo invece probabilmente di fronte ad una pasta fatta con grano duro raffinato a cui è aggiunta crusca in un secondo momento”.
Riassumendo… QUALE dallo SCAFFALE? – Come scegliere la pasta integrale?
Con il Professor Benedettelli, ABBIAMO PARLATO di GRANO e PASTA anche QUI.
[1] DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 febbraio 2001, n. 187 – Regolamento per la revisione della normativa sulla produzione e commercializzazione di sfarinati e paste alimentari, a norma dell’articolo 50 della legge 22 febbraio 1994, n. 146
fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
cfr. anche
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 marzo 2013, n. 41 –Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 febbraio 2001, n. 187, concernente la revisione della normativa sulla produzione e commercializzazione di sfarinati e paste alimentari
fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
[2] ibidem
APPROFONDIMENTI STRUTTURA e COMPOSIZIONE della CARIOSSIDE di grano
Flagella Z. – Qualità nutrizionale e tecnologica del frumento duro – Italian Journal of Agronomy – 2006 1:203-239 – in particolare pagg. 213-215 221-224
fonte: Italian Journal of Agronomy
APPROFONDIMENTI PROCESSI PRODUTTIVI SFARINATI e PASTA
Università degli Studi di Parma – Processi della Tecnologia Alimentare – Prof. Davide Barbanti – La CONSERVAZIONE dei CEREALI – La PRODUZIONE degli SFARINATI – Tecnologie di produzione e di conservazione delle paste alimentari
fonte: agraria.unipr.it
Università degli Studi di Parma – Processi della Tecnologia Alimentare – Prof. Davide Barbanti – LA PASTIFICAZIONE – Tecnologie di produzione e di conservazione delle paste alimentari
fonte: agraria.unipr.it
[4] Proposta di legge: L’ABBATE ed altri: “Disposizioni concernenti l’etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro vendita e del loro consumo” (1932) – Camera dei deputati
fonte: Camera dei deputati
Proposta di legge: MINARDO: “Disposizioni concernenti l’etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro produzione e del loro consumo” (4161)
fonte: Camera dei deputati
[5] cfr. Tabelle di composizione degli alimenti danesi
Macaroni, spaghetti, whole meal, raw
fonte: DTU Fødevareinstituttet
Tabelle di composizione degli alimenti danesi
Pasta, raw
fonte: DTU Fødevareinstituttet
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – PASTA DI SEMOLA CRUDA
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – PASTA DI SEMOLA, COTTA [bollita in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolata]
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – SEMOLA
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – GERME di FRUMENTO [composizione media fra germe di frumento duro e tenero]
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alcuni approfondimenti FIBRE-fitati-sindrome colon irritabile-diverticolite
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APPROFONDIMENTI
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
PRODOTTI FITOSANITARI – Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
CONTAMINANTI – Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
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fonte: Wiley Online Library
“Etichettatura, Mipaaf e Mise: firmata proroga per origine obbligatoria per pasta, riso e derivati del pomodoro” – Comunicato stampa Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 30.03.2020
fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
AGGIORNAMENTO
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/775 DELLA COMMISSIONE del 28 maggio 2018 recante modalità di applicazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, per quanto riguarda le norme sull’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento
fonte: EUR-Lex
“Obbligo origine in vigore per riso, pasta e pomodoro fino al 31 marzo 2020. Firmato il decreto” – Comunicato stampa Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 07.05.2018
fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
DECRETO 7 maggio 2018 Disposizione applicativa dei decreti relativi all’indicazione del paese d’origine nell’etichetta degli alimenti. (18A04002) (GU Serie Generale n.132 del 09-06-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
“Scatta l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per il riso e la pasta” – Comunicato stampa Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 13.02.2018
fonte: Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
DECRETO 26 luglio 2017 Indicazione dell’origine, in etichetta, del grano duro per paste di semola di grano duro. (17A05704) (GU Serie Generale n.191 del 17-08-2017)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
[10]
cfr.
BIOLOGICO
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
STABILIMENTO PRODUZIONE/CONFEZIONAMENTO
DECRETO LEGISLATIVO 15 settembre 2017, n. 145 Disciplina dell’indicazione obbligatoria nell’etichetta della sede e dell’indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento, ai sensi dell’articolo 5 della legge 12 agosto 2016, n. 170 – Legge di delegazione europea 2015. (17G00158) (GU Serie Generale n.235 del 07-10-2017)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
cfr. anche
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione – artt. 8 – 9.1 h
fonte: EUR-Lex
“MADE IN ITALY”
Legge 166/2009 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0180)” – (art.16)
fonte: Parlamento italiano
DL n. 135/2009 – “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0145)” – (art. 16)
fonte: Parlamento italiano
REGOLAMENTO (CE) N. 450/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 aprile 2008 che istituisce il codice doganale comunitario (Codice doganale aggiornato) – (art.36)
fonte: EUR-Lex
Legge 350/2003 – “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004)” – (art. 4, comma 49)
fonte: Camera dei Deputati
[11]
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 – ALLEGATO XIII CONSUMI DI RIFERIMENTO – parte A
fonte: EUR-Lex
[12]
cfr. REGOLAMENTO (CE) N. 1924/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 dicembre 2006relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari
fonte: EUR-Lex
Indicazioni nutrizionali e sulla salute (claim) – Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
[13] cfr. Tabelle di composizione degli alimenti danesi
Macaroni, spaghetti, whole meal, raw
fonte: DTU Fødevareinstituttet
Tabelle di composizione degli alimenti danesi
Pasta, raw
fonte: DTU Fødevareinstituttet
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – PASTA DI SEMOLA CRUDA
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – PASTA DI SEMOLA, COTTA [bollita in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolata]
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – SEMOLA
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
Tabelle di composizione degli alimenti CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) – GERME di FRUMENTO [composizione media fra germe di frumento duro e tenero]
fonte: Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione CREA
per altri approfondimenti etichettatura
fonte: Ministero dello sviluppo economico
DECRETO LEGISLATIVO 15 dicembre 2017, n. 231 Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del medesimo regolamento (UE) n. 1169/2011 e della direttiva 2011/91/UE, ai sensi dell’articolo 5 della legge 12 agosto 2016, n. 170 «Legge di delegazione europea 2015». (18G00023) (GU Serie Generale n.32 del 08-02-2018fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
fonte: EUR-Lex
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 1992, n. 109 Attuazione delle direttive n. 89/395/CEE e n. 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari
fonte: Aesinet
BIOLOGICO
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
nota per le normative citate: “ed eventuali successive modifiche ed integrazioni”
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