Qualche tempo fa…
TUTTO NEL GIRO DI UN PAIO DI GIORNI.
Venerdì sera. Ristorante. Faccio alcune domande al cameriere per scongiurare che quello che sto per ordinare non contenga latte e derivati, quando una signora a ben tre tavoli più in là, con tanto di patatina in bocca mezza fuori, mi fa: “Ah sei vegana?!”. Scuoto timidamente la testa e provo a smorzare la sua curiosità con un “No. Direi di no”. La discretissima paffuta donna agita una mano a mo’ di saluto papale ed incalza: “Sei vegetariana?”. Nonostante la domanda non abbia molto senso – i vegetariani mangiano i latticini – sembro essere diventata un caso da chiarire. Mezza sala è ormai rivolta verso me. Ho l’impressione che tutti si attendano una risposta precisa. Il loro bisogno di categorie ed incasellamenti, figli dello strutturalismo imperante, riempiono la stanza. Un “mangio e bevo semplicemente quello che mi va quando mi va” deve averli delusi ;-).
SCENA NUMERO 2
In fila alla cassa di un negozietto di alimenti “natural-macrobiotici”, una tipa dai capelli rossicci elettrizzati aguzza l’orecchio mentre racconto ad un’ amica del menù dell’altra sera a casa di Luca. Mi guarda con aria sospettosa poi balbetta: “Allora non sei pura?!” (ndr una macrobiotica pura).
Pura? Cosa sono un cane, un cavallo, una santa? – penso fra me e me. Dalla mia bocca tuona un’espressione popolarissima che non sono solita usare, ma che il divertente “Anche meno” di Bartezzaghi deve avermi in qualche modo iniettato: “Ma anche no!”.
Riprendo rapidamente la strada del “politically correct”, sposto l’attenzione sull’argomento alimentazione in generale ed esprimo la mia opinione a riguardo. Appunto qualche elogio nei confronti della buona pratica di ricercare cibo sano ed equilibrato e del vivere quanto più possibile in armonia con la natura. Ma, aggiungo, “sempre e comunque, con equilibrio – ecco che torna questo concetto – rifuggendo estremismi ed attacchi di ansia di fronte a quanto non corrisponda esattamente a dettami di qualsivoglia logica o credo. In piena consapevolezza e, soprattutto, in libertà”.
Ed è così che quello stesso pomeriggio, con buona pace di spiritelli porporini ed ignoti commensali, al supermercato acquisto del tacchino al forno affettato. Un prodotto che compro di rado. Un cibo scelto con quanta più cura possibile le mie conoscenze in materia alimentare permettano, ma che poi non so bene come consumare. Fra l’idea di un tacchin tonné alle verdure e l’ipotesi di particolari involtini, son venuti fuori dei FAGOTTINI di AFFETTATO di TACCHINO con crema di carciofi, semi di girasole e porro :-)!
RICETTA: FAGOTTINI di AFFETTATO di TACCHINO con crema di carciofi, semi di girasole e porro ETICHETTE: AFFETTATO di TACCHINO CONFEZIONATO/affettati – con intervista alla Prof.ssa Gianna Ferretti |
- 16 fette di affettato di tacchino al forno (petto – ca. 160 g)
- 2 carciofi piccoli in salamoia (in barattolo con acqua, limone e sale – oppure freschi e precedentemente lessati, stagione ottobre-giugno)
- un porro di medie dimensioni (1 foglia per le striscette da utilizzare per chiudere i fagottini ed il resto per il ripieno)
- una carota piccola
- un pezzetto di sedano
- 4/5 foglie di prezzemolo
- 2 cucchiai di semi di girasole – 1 cucchiaio per la crema + 1 cucchiaio ca. per guarnire
- un cucchiaio di olio di semi di girasole estratto a freddo
- 6 cucchiai di acqua fredda
- sale q.b.
- olio extra vergine di oliva q.b.
- qualche goccia di limone
PREPARAZIONE
1. sfogliare il primo strato del porro, lavarlo e tagliarlo sul lato più lungo della foglia. Prima in 2 parti, poi in maniera tale da ricavarne alcune strisce sottili che serviranno per chiudere i fagottini (8 + alcune di scorta)
2. fare sbollentare le strisce di porro per qualche minuto in acqua
3. togliere le striscette di porro dall’acqua bollente e versarle in una ciotola contenente acqua e ghiaccio
4. adagiare i fili di porro su della carta assorbente
5. tagliare grossolanamente il porro, il sedano, la carota ed il prezzemolo
6. mettere gli ortaggi nel contenitore di un robot da cucina ed aggiungere i carciofi tagliati a spicchi, un cucchiaio di olio di semi di girasole, un cucchiaio di semi di girasole, 6 cucchiai di acqua fredda ed un pizzico di sale
7. mixare il tutto fino ad ottenere una crema liscia ed abbastanza densa – aggiungere qualche goccia di limone, mescolare e versare la salsa in una ciotolina
8. disporre due fettine di affettato di tacchino su un piatto piano sovrapponendole fra loro parzialmente sui due lati corti
9. posizionare sopra alla parte centrale delle fettine di tacchino unite un cucchiaino di crema di carciofi, semi di girasole e porro
10. piegare verso il centro i due lati più lunghi delle fette di tacchino
11. ripiegare anche i bordi più corti verso l’interno
12. chiudere i fagottini con le striscette di porro precedentemente preparate
13. adagiare i fagottini di affettato di tacchino su una teglia ricoperta con della carta da forno e farli cuocere in forno a 180° per 10 minuti
14. condire e guarnire con un filo di olio extravergine di oliva e con qualche seme di girasole
Intingere i fagottini nella crema di carciofi, semi di girasole e porro avanzata e gustare :-).
Ecco una stuzzicante proposta per un antipasto sfizioso o un appetitoso secondo :-). “Ma questo tacchino a fette confezionato[1] che cibo sarà? – Quali sono le indicazioni in etichetta che possono aiutare a scegliere un affettato?” – mi chiede qualcuno.
Lo andiamo a scoprire con l’aiuto della Prof.ssa Gianna Ferretti, docente di Biochimica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e la Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Alimentazione dell’Università Politecnica delle Marche.
“Affettato di tacchino” biologico, con carne italiana
e contenente i seguenti ingredienti
Caratteristiche che in genere rappresentano una buona scelta?
“Quando si deve acquistare un affettato preimballato” – spiega Ferretti – “sarebbe auspicabile considerare alcuni fattori:
1. TIPOLOGIA DELLA CARNE UTILIZZATA: metodo di allevamento ed origine
2. QUALI CONSERVANTI SONO STATI USATI
3. SE, QUALI E QUANTI ALTRI “ADDITIVI” SONO STATI AGGIUNTI AL PRODOTTO
4. EVENTUALE PRESENZA e TIPO di AROMI IMPIEGATI”.
1. TIPOLOGIA DELLA CARNE UTILIZZATA
Nel nostro caso abbiamo una carne di tacchino biologica (cfr. denominazione di vendita – “da agricoltura biologica” – asterisco lista ingredienti – logo bio comunitario).
Il METODO biologico è un sistema orientato alla tutela dell’ ambiente, al benessere animale e allo sviluppo rurale; la certificazione bio fa riferimento al rispetto di un disciplinare che prevede specifiche regole di produzione, etichettatura e controllo.
Le modalità di allevamento biologico riguardano numerosi aspetti fra cui il legame con la terra, la scelta delle razze, la densità massima degli animali, il libero accesso degli stessi ad aree all’aperto, adeguati spazi riservati al movimento del bestiame, la presenza di aereazione ed illuminazione naturale in caso di ricovero degli animali in locali di stabulazione, l’alimentazione (non forzata, conforme alle esigenze nutrizionali dei capi…) e la cura degli animali. A tal ultimo proposito, per esempio, negli allevamenti biologici l’utilizzo di antibiotici è permesso solo in casi particolari (normalmente i prodotti fitoterapici/omeopatici e gli oligoelementi sono preferiti ai medicinali allopatici ottenuti per sintesi chimica o agli antibiotici) e per periodi limitati[2]. Il che può ridurre la possibilità di emersione e sviluppo di microbi resistenti a questi farmaci, microrganismi potenzialmente pericolosi per gli animali e per l’uomo (il fenomeno dell’antibiotico resistenza può avere inoltre origine conseguentemente all’abuso degli antibiotici nel trattamento delle persone[3].
In merito ad altri tipi di contaminazione quali quella da metalli pesanti, da inquinanti organici persistenti (POPs) o da pesticidi e microrganismi in generale, i dati attualmente disponibili in letteratura sono scarsi e non ci sono evidenze scientifiche definitive che comprovino che la carne biologica contenga meno residui di questa natura[4].
“Riguardo all’ORIGINE della carne utilizzata nell’affettato” – dice la Ferretti – “è consigliabile verificare innanzitutto il LUOGO di ALLEVAMENTO degli animali. Normalmente è preferibile orientarsi su prodotti ottenuti con carni provenienti da paesi comunitari, in cui è vietato l’uso di ormoni anabolizzanti[5].
In seconda battuta, controllare la ZONA di PRODUZIONE.
Avendo ben chiaro che la sola indicazione relativa a DOVE è stato PRODOTTO un alimento non indica per forza qualità”.
Come possiamo capire dalle etichette,
il “tacchino” in questo caso proviene dall’Unione Europea – luogo di origine delle materie prime agricole di cui il prodotto è composto (compresi siti coltivazione vegetali/allevamento animali) – e, nello specifico, la carne dall’Italia[6].
Il marchio di identificazione[7] ci dice poi – attraverso il codice ISO IT – che lo stabilimento di produzione dell’affettato si trova nel nostro paese.
Sulla confezione leggiamo anche “prodotto in Italia”.
Indicazione che in generale è possibile trovare in etichetta per “merci interamente ottenute in Italia” o “…alla cui produzione hanno contribuito due o più paesi o territori e che nel nostro paese hanno subito l’ultima trasformazione sostanziale[8]”.
2. QUALI CONSERVANTI SONO STATI USATI
Secondo Ferretti, “l’ideale sarebbe prediligere affettati in cui la carne sia conservata – come nel caso del tacchino al forno di cui stiamo analizzando le principali informazioni in etichetta – solo attraverso il sale.
Particolare attenzione va invece riservata ai CONSERVANTI (da limitare). Ad esempio ai nitriti (nitrito di potassio E249 – nitrito di sodio E250) e ai nitrati (nitrato di sodio E251 e nitrato di potassio E252 – convertibili in nitriti dall’organismo), sostanze che possono, per azione del metabolismo e/o attraverso la cottura, contribuire alla formazione di N-nitrosammine, composti potenzialmente cancerogeni.
Diversi studi collegano il consumo di nitriti contenuti negli alimenti all’aumento del rischio di sviluppare tumori allo stomaco e lo IARC (International Agency For Research On Cancer – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha classificato nitriti e nitrati come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A)[9].
Oltre che con funzione conservante (per evitare lo sviluppo di agenti patogeni – in particolare contro il Clostridium botulinum), bisogna infine ricordare che nitriti e nitrati a volte sono aggiunti agli affettati per esaltarne colore e sapore“.
3. SE, QUALI E QUANTI ALTRI “ADDITIVI” SONO STATI AGGIUNTI AL PRODOTTO
“Per migliorare l’aspetto ed il gusto di alcuni affettati vengono usati anche antiossidanti, correttori di acidità, esaltatori di sapidità, stabilizzanti e persino coloranti” – prosegue Ferretti.
L’esperta spiega che “sostanze come
Acido ascorbico (E300 – vitamina C di sintesi – antiossidante),
Sodio ascorbato (E301– derivato E300 – antiossidante),
Calcio ascorbato (E302 – derivato E300 – antiossidante)
e Acido citrico (presente in natura es. negli agrumi – prevenzione muffe – E330 correttore di acidità),
NON DESTANO PREOCCUPAZIONI.
Vanno invece LIMITATI:
GLUTAMMATI
da E620 a E625 – esaltatori di sapidità – in determinati quantitativi, possibili effetti quali mal di testa, pressione alta e aumento dei livelli di insulina,
POLIFOSFATI
E450 – E451 – E452 – permettono alla carne di assorbire acqua, mantenere compattezza, quindi pesare di più
e
COLORANTI ARTIFICIALI – utilizzati per rendere più invitante la carne (es. il caramello = E150 – ne esistono varie forme, identificate con le lettere a, b, c, d – ottenibile attraverso la lavorazione dello zucchero con calore e sostanze chimiche come ammoniaca e acido solforico”[10].
“Attenzione, infine”- continua Ferretti – “pure agli affettati che contengono farine, fecole, amidi e latte, ingredienti non di rado usati per aumentare il peso del prodotto o “amalgamare” la carne, e prodotti a cui sono stati aggiunti zuccheri (comune zucchero=saccarosio, ma anche ad esempio glucosio o lattosio, lo zucchero del latte)[11] per renderli più appetibili.
Nell’ affettato che stiamo analizzando, come abbiamo visto dall’etichetta degli ingredienti, queste sostanze (le quali potrebbero essere presenti, a seconda dei casi, sotto forma di semplici ingredienti o di additivi) non ci sono.
L’assenza di farine, fecole ed amidi contenenti glutine (alcuni tipi contengono naturalmente glutine, altri potrebbero essere a rischio contaminazione, ad es. se lavorati in stabilimenti promiscui) e di latte (compreso quindi lo zucchero lattosio), è indicata anche dalle scritte
“[12].
4. EVENTUALE PRESENZA e TIPO DI AROMI IMPIEGATI
“È preferibile che gli affettati NON contengano aromi, sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per migliorarne le caratteristiche sensoriali (sapore e/o odore).
Gli aromi naturali sono l’unica tipologia di aromi ammessa dal “biologico” e li troviamo nella lista degli ingredienti del nostro caso (al terzo posto).
Se invece l’etichetta dell’affettato riporta la scritta generica “aromi”, ciò indica che gli aromi usati sono artificiali, ottenuti cioè per sintesi. Ovvero, ricreati in laboratorio attraverso processi che permettono di sintetizzare molecole che combinate fra loro impartiscono determinati sapori e odori” – dice Ferretti.
Cosa significa “aromi naturali”?
“Gli aromi naturali sono ingredienti che si ottengono da piante (frutti, fiori, foglie etc.) e animali. Oppure, attraverso l’azione di enzimi o microrganismi (es. lieviti, batteri…)” – spiega la Prof.ssa Ferretti.
E chiarisce: “Il termine naturale evoca nell’immaginario comune qualche cosa di non manipolato dall’uomo. In realtà la chimica degli aromi è un po’ più complessa.
I sapori vengono riconosciuti grazie ad interazioni tra composti chimici e recettori olfattivi e del gusto, e a livello molecolare dipendono da sostanze che sono presenti nei cibi e/o si formano conseguentemente a processi vari, come la cottura. Pensiamo ad esempio al profumo dell’arrosto mentre sta cuocendo. Nella carne, in seguito all’ esposizione ad alta temperatura si innescano reazioni chimiche tra i vari composti (es. fra carboidrati e proteine – Reazione di Maillard), cambia il colore dell’alimento e alcune di queste molecole odorose volatili vengono riconosciute dai nostri neuroni olfattivi. Più o meno la stessa cosa avviene per il gusto.
Quando leggiamo “aromi naturali” in un arrosto non è corretto pensare che sapore ed odore siano impartiti semplicemente dalla carne. Essi potrebbero avere origine da derivati dell’ alimento o anche da sostanze ottenute con un processo microbiologico (lieviti, batteri…) o enzimatico. In entrambe queste situazioni ci si prefigge di sintetizzare molecole simili a quelle prodotte in natura durante la cottura.
In sintesi, molecole affini possono derivare da “fonti” diverse.
Parliamo inoltre di aromi naturali che tuttavia per poter essere impiegati nelle varie filiere produttive possono richiedere solventi chimici.
“AROMI NATURALI”: ETICHETTATURA
Per gli “aromi naturali”, in etichetta è possibile trovare varie diciture[13]:
“aroma naturale” – espressione generica per indicare che il gusto/odore è ottenuto da un INSIEME di componenti di origine naturale che NON comprende necessariamente il sapore/profumo principale dell’alimento (es. carne, banana…). Il gusto/odore sarà cioè il risultato della sommatoria di vari composti che possono anche non essere ottenuti ad esempio dal “frutto” di cui ha sapore un determinato prodotto.
“aroma naturale di X” – se la totalità o almeno il 95% degli aromi usati provengono “dal materiale di base a cui è fatto riferimento”[14] – da frutti, foglie, animali… e/o, ad esempio, da attività microbiologica.
Questo tipo di aromi ci offre la possibilità di capire effettivamente qual è la materia prima di origine naturale di partenza
“aroma naturale di X con altri aromi naturali” – se l’aroma principale X è inferiore al 95% ed è stato mischiato con altri aromi naturali, ma il gusto predominante resta quello dell’aroma X.
Riassumendo e rifacendoci alla nostra etichetta, possiamo dire che gli “aromi naturali” sono molecole ricavate da sostanze naturali di varia origine, attraverso diversi procedimenti possibili, mentre le piante aromatiche e le spezie, che troviamo in fondo alla lista degli ingredienti, sono insaporitori “naturali” al 100%[15]. Questi ultimi, così come il vino, soprattutto se bio, sono solitamente preferibili ad altri tipi di sostanze insaporenti”.
Da un punto di vista nutrizionale, un “affettato” biologico è generalmente migliore rispetto ad uno convenzionale?
Allo stato attuale non esistono studi esaustivi e certi che dimostrino che la carne biologica sia più nutriente di quella “normale”.
I risultati scientifici sono a volte eterogenei e/o necessitano di ulteriori verifiche ed approfondimenti.
Ad esempio, secondo una metanalisi del 2016 basata su sessantasette studi[16], la carne biologica contiene maggiori quantità di grassi POLINSATURI – totali e Omega 3 (PUFA n-3 = grassi “buoni” effetti positivi su sistema cardiovascolare/nervoso e funzione immunitaria) – e un po’ meno grassi SATURI (potenzialmente dannosi per cuore ed arterie), rispetto alla carne convenzionale.
Tuttavia, va osservato che questi dati si riferiscono a tutte le specie di bestiame raggruppate e che le concentrazioni di grassi MONOINSATURI (MUFA= grassi “buoni” – possibile ruolo nella riduzione del rischio di malattia coronarica) risultano leggermente più basse nelle carni bio.
Come precisano gli autori, “sono necessari ulteriori studi per consentire l’analisi di una più ampia gamma di parametri (ad esempio le concentrazioni di antiossidanti, vitamine e minerali) e per migliorare la precisione e la coerenza dei risultati per i profili FA (ndr Fatty Acids/acidi grassi) per tutte le specie considerate. Il potenziale impatto delle differenze di composizione sulla salute umana è dibattuto”[17].
Anche altri studi comparativi bio/non bio[18], sia su carne che su altri alimenti, hanno rilevato che manca una forte evidenza per dire che i cibi biologici sono sempre più nutrienti di quelli convenzionali. Andrebbe valutato caso per caso.
“Ad ogni modo” – sostiene Ferretti – “in virtù delle particolari modalità di allevamento (qualità di vita degli animali/limitato uso di antibiotici), della tutela ambientale e del fatto che nei prodotti bio è consentito l’uso di una minore quantità di sostanze aggiunte (es. alcuni tipi di additivi e, come visto sopra, solo gli aromi naturali), nell’insieme generalmente un affettato biologico andrebbe preferito”.
Come possiamo considerare i valori nutrizionali del “tacchino a fette” dell’esempio?
1. L’apporto energetico (100 Kcal – 423 KJ/100 g) è abbastanza basso, sensibilmente inferiore rispetto a quello dei comuni affettati (es. prosciutto crudo disossato 224 Kcal/100 g – prosciutto cotto 215 Kcal/100 g – salame nostrano 370 Kcal/100 g – mortadella 317 Kcal/100 g).
2. Abbiamo un alto contenuto di proteine – 21 g su 100 g di prodotto (es. più che nella mortadella, 14,7 g/100 g – simile a quello del prosciutto cotto 19,8 g/100 g – minore che nel prosciutto crudo disossato 26,9 g/100 g e nel salame nostrano 27,3 g/100 g).
3. Non sono presenti carboidrati/zuccheri (0 g/100 g), fonti di energia che si trovano soprattutto in cereali-derivati, zucchero, miele e frutta. (Quantità carboidrati/zuccheri prosciutto crudo disossato 0 g/100 g – prosciutto cotto 0,9/100 g – salame nostrano 1,1 g/100 g – mortadella 1,5 g/100 g).
4. I grassi sono pochi. 1,6 g su 100 g di affettato di tacchino rispetto ad esempio ai 12,9 g su 100 g del prosciutto crudo disossato, ai 14,7 g su 100 g del “cotto” o, ancora, ai ben 28,5 del salame nostrano e 28,1 g/100 g della mortadella.
La parte di grassi saturi (tendenzialmente legati ad aumento del rischio di patologie cardiovascolari) è esigua: pari a 0,4 g/100 g di prodotto.
Sulla confezione del nostro caso c’è anche un’ altra informazione riconducibile al “BASSO CONTENUTO DI GRASSI”:
“L’indicazione che un alimento è a basso contenuto di grassi e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se il prodotto contiene non più di 3 g di grassi per 100 g per i solidi o 1,5 g di grassi per 100 ml per i liquidi (1,8 g di grassi per 100 ml nel caso del latte parzialmente scremato)”[19].
5. Il sale è 1,4 g per 100 g di prodotto, un dato generalmente inferiore a quelli di altri tradizionali affettati (es. prosciutto crudo disossato 5,59 g/100 g – prosciutto cotto 1,62 g/100 g – salame nostrano 4,08 g/100 g – mortadella 1,26 g/100g)[20].
“A livello nutrizionale” – dice Ferretti – “la scelta migliore è quella di affettati con bassi livelli di grassi, carboidrati/zuccheri e sale”.
Il confezionamento in atmosfera protettiva di un affettato a base di carne che vantaggi e/o svantaggi può comportare?
Un affettato in atmosfera modificata, “ovvero imballato in un contenitore idoneo impiegando miscele di gas (anidride carbonica, azoto)” – spiega la Prof.ssa Ferretti – “si conserva e mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche per maggiore tempo rispetto ad un prodotto fresco.
I vantaggi di questo metodo di conservazione sono quindi l’aumento della durabilità del prodotto (shelf-life= “vita di scaffale”) e la possibilità di evitare l’aggiunta di additivi.
La conservazione dell’alimento dipende comunque dal fatto che siano stati rispettati o meno specifici protocolli di imballaggio (es. l’uso di determinate miscele di gas, packaging adeguati…) e la catena del freddo”.
Riguardo a quest’ultimo punto, è importante ricordare, anche dopo l’acquisto, di osservare le indicazioni di conservazione riportate sulle confezioni. Informazioni che, al pari della dicitura “confezionato in atmosfera protettiva”, è obbligatorio trovare in etichetta. La legge non prevede invece di dover specificare quali gas sono stati utilizzati nel confezionamento[21].
(etichetta nostro caso)
Ferretti chiude l’argomento “atmosfera protettiva” dicendo che “una riflessione va fatta sulla sostenibilità delle filiere e sull’impatto ambientale che può avere la scelta di prodotti confezionati”. Nonché, suggerendo “alcune regole di acquisto se si opta per affettati imballati in atmosfera modificata:
1. confezione priva di difetti – es. no rigonfiamenti, assenza di acqua all’interno dell’imballo;
2. colore dell’alimento – deve essere uniforme (no macchie)”.
Riassumendo…QUALE dallo SCAFFALE? – Come scegliere un affettato?
[1] preimballato
Definizione ALIMENTO PREIMBALLATO cfr. Regolamento (Ue) n. 1169/2011 articolo 2, comma 2, lettera e
“«alimento preimballato»: l’unità di vendita destinata a essere presentata come tale al consumatore finale e alle collettività, costituita da un alimento e dall’imballaggio in cui è stato confezionato prima di essere messo in vendita, avvolta interamente o in parte da tale imballaggio, ma comunque in modo tale che il contenuto non possa essere alterato senza aprire o cambiare l’imballaggio; «alimento preimballato» non comprende gli alimenti imballati nei luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta”
cfr. anche
Definizione ALIMENTI NON PREIMBALLATI – cfr. Regolamento (UE) n. 1169/2011 art. 44, comma 1,
“…alimenti offerti in vendita al consumatore finale o alle collettività senza preimballaggio oppure imballati sui luoghi di vendita su richiesta del consumatore o preimballati per la vendita diretta”
fonte: EUR-Lex
[2] cfr.
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
[3] APPROFONDIMENTI
ANTIBIOTICO RESISTENZA
“Nuovo rapporto UE: ulteriori evidenze del legame tra uso di antibiotici e antibiotico-resistenza” – Efsa – 27 luglio 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“ECDC/EFSA/EMA second joint report on the integrated analysis of the consumption of antimicrobial agents and occurrence of antimicrobial resistance in bacteria from humans and food-producing animals” – 27 luglio 2017
fonte: EFSA Journal
Lekshmi M, Ammini P, Kumar S, Varela MF – The Food Production Environment and the Development of Antimicrobial Resistance in Human Pathogens of Animal Origin – Microorganisms. 2017 Mar 14;5(1). pii: E11. doi: 10.3390/microorganisms5010011.
fonte: PubMed
“Nuove intuizioni sulla percezione pubblica della resistenza agli antimicrobici” – Efsa – 6 marzo 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“The European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2015” – EFSA Journal – 23 febbraio 2017
fonte: EFSA Journal
“La resistenza agli antimicrobici resta alta, afferma un rapporto dell’UE” – Efsa – 22 febbraio 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Resistenza passiva” – Report Rai – puntata del 29/05/2016
fonte: Report Rai
“Antimicrobial resistance & food safety” – EFSA (European Food Safety Authority) – ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) – EMA (European Medicines Agency) – 11/02/2016
fonte: EFSAchannel
“High levels of antibiotic resistance found worldwide, new data shows” – News release 29 January 2018
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“Stop using antibiotics in healthy animals to prevent the spread of antibiotic resistance” – News release 7 November 2017
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“WHO guidelines on use of medically important antimicrobials in food-producing animals” 7 November 2017
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“The world is running out of antibiotics, WHO report confirms” – News release
20 September 2017
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“Antimicrobial resistance A manual for developing national action plans” – World Health Organization – Food and Agriculture Organization of the United Nations – World Organisation for Animal Health – February 2016
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“Antibiotic resistance: Multi-country public awareness survey” – World Health Organization – November 2015
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“Worldwide country situation analysis: response to antimicrobial resistance” World Health Organization – 29 April 2015
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
“Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014” – World Health Organization – April 2014
fonte: WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
Miranda J.M., Vázquez B.I., Fente C.A., Calo-Mata P., Cepeda A., Franco C.M. – Comparison of antimicrobial resistance in Escherichia coli, Staphylococcus aureus, and Listeria monocytogenes strains isolated from organic and conventional poultry meat. – J Food Prot. 2008 Dec;71(12):2537-42.
fonte: PubMed
[4] “The 2015 European Union report on pesticide residues in food” – EFSA – European Food Safety Authority – 11 April 2017
fonte: EFSA Journal
European Parliament – “Human health implications of organic food and organic agriculture” – December 2016
fonte: Parlamento europeo
Załęcka A, Bügel S, Paoletti F, Kahl J, Bonanno A, Dostalova A, Rahmann G. – The influence of organic production on food quality – research findings, gaps and future challenges – J Sci Food Agric. 2014 Oct;94(13):2600-4. doi: 10.1002/jsfa.6578. Epub 2014 Mar 3. Review. PubMed PMID: 24436145
fonte: PubMed
Hernández ÁR, Boada LD, Mendoza Z, Ruiz-Suárez N, Valerón PF, Camacho M, Zumbado M, Almeida-González M, Henríquez-Hernández LA, Luzardo OP Consumption of organic meat does not diminish the carcinogenic potential associated with the intake of persistent organic pollutants (POPs) – Environ Sci Pollut Res Int. 2015 Apr 19
fonte: PubMed
Smith-Spangler C, Brandeau ML, Hunter GE, Bavinger JC, Pearson M, Eschbach PJ, Sundaram V, Liu H, Schirmer P, Stave C, Olkin I, Bravata DM – Are organic foods safer or healthier than conventional alternatives?: a systematic review. – Ann Intern Med. 2012 Sep 4;157(5):348-66.
fonte: PubMed
Hoogenboom LA, Bokhorst JG, Northolt MD, van de Vijver LP, Broex NJ, Mevius DJ, Meijs JA, Van der Roest J. – Contaminants and microorganisms in Dutch organic food products: a comparison with conventional products – Food Addit Contam Part A Chem Anal Control Expo Risk Assess. 2008 Oct;25(10):1195-207. doi:
10.1080/02652030802014930. PubMed PMID: 18608495.
fonte: PubMed
Ghidini S., Zanardi E., Battaglia A., Varisco G., Ferretti E., Campanini G., Chizzolini R. – Comparison of contaminant and residue levels in organic and conventional milk and meat products from northern Italy – Food Addit Contam. 2005 Jan;22(1):9-14.
fonte: PubMed
ALTRI APPROFONDIMENTI
RESIDUI di MEDICINALI ed ALTRE SOSTANZE in ANIMALI VIVI e PRODOTTI ANIMALI
“Stabili le tendenze sui residui di farmaci veterinari nel 2015” – 30 novembre 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Report for 2015 on the results from the monitoring of veterinary medicinal product residues and other substances in live animals and animal products” – Efsa 30 novembre 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Dati recenti sui residui di farmaci veterinari in animali e alimenti” Efsa – 25 maggio 2016
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Report for 2014 on the results from the monitoring of veterinary medicinal product residues and other substances in live animals and animal products” – EFSA Journal 25 maggio 2016
fonte: EFSA Journal
“Residui farmaci veterinari e sostanze proibite in alimenti di origine animale” – Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
McEwen SA, McNab WB – Contaminants of non-biological origin in foods from animals – Rev Sci Tech. 1997 Aug;16(2):684-93
fonte: PubMed
[5] cfr.
DECRETO LEGISLATIVO 16 marzo 2006, n. 158 Attuazione della direttiva 2003/74/CE, concernente il divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali. (GU Serie Generale n.98 del 28-4-2006)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
DIRETTIVA 96/23/CE DEL CONSIGLIO del 29 aprile 1996 concernente le misure di controllo su talune sostanze e sui loro residui negli animali vivi e nei loro prodotti e che abroga le direttive 85/358/CEE e 86/469/CEE e le decisioni 89/187/CEE e 91/664/CEE
fonte: EUR-Lex
DIRETTIVA 96/22/CE DEL CONSIGLIO, del 29 aprile 1996, concernente il divieto d’utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze ß-agoniste nelle produzioni animali e che abroga le direttive 81/602/CEE, 88/146/CEE e 88/299/CEE
fonte: EUR-Lex
[6] cfr.
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
[7] cfr.
REGOLAMENTO (CE) N. 854/2004 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 853/2004 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale
fonte: EUR-Lex
[8] cfr.
REGOLAMENTO (CE) N. 450/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 aprile 2008 che istituisce il codice doganale comunitario (Codice doganale aggiornato)
fonte: EUR-Lex
Legge 166/2009 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0180)” – (art.16)
fonte: Parlamento italiano
DL n. 135/2009 – “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. (09G0145)” – (art. 16)
fonte: Parlamento italiano
Legge 350/2003 – “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004)” – (art. 4, comma 49)
fonte: Camera dei Deputati
[9] INGESTED NITRATE AND NITRITE – monografia Iarc (International Agency For Research On Cancer – Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro)Vol. 94 (2010)
fonte: IARC
[10] APPROFONDIMENTI
ADDITIVI ALIMENTARI
“ADDITIVI ALIMENTARI” Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“ADDITIVI ALIMENTARI” Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
“NORMATIVA ADDITIVI ALIMENTARI” Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
NITRITI e NITRATI
“L’EFSA conferma che i livelli di nitriti e nitrati aggiunti agli alimenti sono sicuri” – 15/06/2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of potassium nitrite (E 249) and sodium nitrite (E 250) as food additives” – EFSA Journal – 15/06/2017
fonte: EFSA Journal
“Re-evaluation of sodium nitrate (E 251) and potassium nitrate (E 252) as food additives” – EFSA Journal – 15/06/2017
fonte: EFSA Journal
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
NITRITI e NITRATI carne
Karl-Otto Honikel – The use and control of nitrate and nitrite for the processing of meat products – Meat Science Vol. 78, Issues 1–2, 2008, Pages 68–76
fonte: ScienceDirect
FORMAZIONE e presenza di nitrosammine nei prodotti alimentari
Scanlan R.A. – Formation and occurrence of nitrosamines in food – Cancer Res. 1983 May;43(5 Suppl):2435s-2440s
fonte: PubMed
ACIDO ASCORBICO (E300) – SODIO ASCORBATO (E301), CALCIO ASCORBATO (E302)
“Scientific Opinion on the re-evaluation of ascorbic acid (E 300), sodium ascorbate (E 301) and calcium ascorbate (E 302) as food additives” – EFSA Journal 6 May 2015
fonte: EFSA Journal
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
ACIDO CITRICO (E330)
“Re-evaluation of E330 Citric acid, 2-hydroxy-1,2,3-propanetricarboxylic acid, β-Hydroxytricarballytic acid” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
GLUTAMMATI
“L’EFSA valuta la sicurezza dei glutammati aggiunti agli alimenti” – 12 luglio 2017
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of glutamic acid (E 620), sodium glutamate (E 621), potassium glutamate (E 622), calcium glutamate (E 623), ammonium glutamate (E 624) and magnesium glutamate (E 625) as food additives” – EFSA Journal – 12 luglio 2017
fonte: EFSA Journal
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
POLIFOSFATI
“Re-evaluation of E450 (i) Disodium diphosphate, Disodium dihydrogen diphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E450 (ii) Trisodium diphosphate Trisodium monohydrogen diphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E450 (iii)Tetrasodium diphosphate” Efsa- 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E450 (v) Tetrapotassium diphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E450 (vi) Dicalcium diphosphate, Dicalcium pyrophosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E450 (vii) Calcium dihydrogen diphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E451 (i) Pentasodium triphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E451 (ii) Pentapotassium triphosphate, Pentapotassium tripolyphosphate” Efsa 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E452 (i) Sodium polyphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E452 (ii) Potassium polyphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E452 (iii) Sodium calcium polyphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of E452 (iv) Calcium polyphosphate” Efsa – 21/06/2018 in corso
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
COLORANTI
“COLORANTI ALIMENTARI” Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
E150
“EFSA reviews safety of caramel colours” – 8 marzo 2011
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
“Re-evaluation of caramel colours (E 150 a,b,c,d) as food additives” Efsa – 8 marzo 2011 – EFSA Journal
fonte: EFSA Journal
cfr. Riesame degli additivi alimentari – Quadro UE – Calendario UE per il riesame di taluni additivi alimentari (regolamento UE 257/2010)
Register of questions Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
[11] cfr.
Decreto Legislativo 20 febbraio 2004, n. 51 “Attuazione della direttiva n. 2001/111/CE relativa a determinati tipi di zucchero destinati all’alimentazione umana”
fonte: Camera dei deputati
[12] cfr.
DECRETO 10 agosto 2018 Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine, di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della legge 4 luglio 2005, n. 123, recante: «Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia». (18A05590) (GU Serie Generale n.199 del 28-08-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE PER L’IGIENE E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE 22/07/2016 Applicazione del regolamento (UE) n, 828/2014 della Commissione del 30 luglio 2014 relativo alle prescrizioni riguardanti l’informazione dei consumatori sull’assenza di glutine o sulla sua presenza in misura ridotta negli alimenti
fonte: Ministero dello sviluppo economico
DECRETO 17 maggio 2016 Assistenza sanitaria integrativa per i prodotti inclusi nel campo di applicazione del regolamento (UE) 609/2013 e per i prodotti alimentari destinati ai celiaci e modifiche al decreto 8 giugno 2001. (16A04367) (GU Serie Generale n.136 del 13-06-2016)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE IGIENE E SICUREZZA ALIMENTI E NUTRIZIONE UFFICIO IV ex DGSAN – Aggiornamenti conseguenti all’evoluzione normativa connessa con l’entratain vigore del regolamento (UE) 609/2013 07 luglio 2015
fonte: Aggiornamenti in vista dell’abrogazione della direttiva 2009/39/CE sugli alimenti destinati ad una alimentazione particolare – Ministero della Salute
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 828/2014 DELLA COMMISSIONE del 30 luglio 2014 relativo alle prescrizioni riguardanti l’informazione dei consumatori sull’assenza di glutine o sulla sua presenza in misura ridotta negli alimenti
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 1155/2013 DELLA COMMISSIONE del 21 agosto 2013 che modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori per quanto riguarda le informazioni sull’assenza di glutine o sulla sua presenza in misura ridotta negli alimenti
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (UE) N. 609/2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 giugno 2013 relativo agli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia, agli alimenti a fini medici speciali e ai sostituti dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso e che abroga la direttiva 92/52/CEE del Consiglio, le direttive 96/8/CE, 1999/21/CE, 2006/125/CE e 2006/141/CE della Commissione, la direttiva 2009/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e i regolamenti (CE) n. 41/2009 e (CE) n. 953/2009 della Commissione
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
fonte: EUR-Lex
[13] cfr. REGOLAMENTO (CE) N. 1334/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16 dicembre 2008 relativo agli aromi e ad alcuni ingredienti alimentari con proprietà aromatizzanti destinati a essere utilizzati negli e sugli alimenti e che modifica il regolamento (CEE) n. 1601/91 del Consiglio, i regolamenti (CE) n. 2232/96 e (CE) n. 110/2008 e la direttiva 2000/13/CE – articolo 16 Disposizioni specifiche per l’uso del termine «naturale»
fonte: EUR-Lex
[14] ibidem
[15] APPROFONDIMENTI
AROMI
“AROMI” Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
NORMATIVA AROMI ALIMENTARI Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
“AROMATIZZANTI” Efsa
fonte: EFSA (European Food Safety Authority)
+cfr.
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
fonte: EUR-Lex
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 1992, n. 109 Attuazione delle direttive n. 89/395/CEE e n. 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari
fonte: Aesinet
[16] metanalisi = ricerche che paragonano e valutano i risultati di vari studi aventi impianto ed obiettivi simili al fine di aumentare l’ampiezza del campione e, di conseguenza, la validità delle conclusioni.
Dominika Średnicka-Tober, Marcin Barański, Chris Seal, Roy Sanderson, Charles Benbrook, Håvard Steinshamn, Joanna Gromadzka-Ostrowska, Ewa Rembiałkowska, Krystyna Skwarło-Sońta, Mick Eyre, Giulio Cozzi, Mette Krogh Larsen, Teresa Jordon, Urs Niggli, Tomasz Sakowski, Philip C. Calder, Graham C. Burdge, Smaragda Sotiraki, Alexandros Stefanakis, Halil Yolcu, Sokratis Stergiadis, Eleni Chatzidimitriou, Gillian Butler, Gavin Stewart and Carlo Leifert – Composition differences between organic and conventional meat: a systematic literature review and meta-analysis – British Journal of Nutrition/ Volume 115 / Issue 06 / March 2016, pp 994-1011
fonte: Cambridge University Press
[17] ibidem
alcuni APPROFONDIMENTI GRASSI
Dietary Reference Values (DRVs) – EFSA Journal Dec , 2017
fonte: EFSA Journal
Dietary Reference Values for nutrients Summary report European Food Safety Authority (EFSA) TECHNICAL REPORT December 2017doi:10.2903/sp.efsa.2017.e15121 – pagg. 15-18 e 23
fonte: EFSA
fonte: SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana)
fonte: Efsa Journal
fonti:
WHO (World Health Organization) – OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità
Karger Medical and Scientific Publishers
Saini RK, Keum YS. – Omega-3 and omega-6 polyunsaturated fatty acids: Dietary sources, metabolism, and significance – A review – Life Sci. 2018 Apr 28. pii:S0024-3205(18)30230-3. doi: 10.1016/j.lfs.2018.04.049. [Epub ahead of print]Review. PubMed PMID: 29715470
fonte: PubMed
Layé S, Nadjar A, Joffre C, Bazinet RP – Anti-Inflammatory Effects of Omega-3 Fatty Acids in the Brain: Physiological Mechanisms and Relevance to Pharmacology – Pharmacol Rev. 2018 Jan;70(1):12-38. doi: 10.1124/pr.117.014092. Review. PubMed PMID: 29217656
fonte: PubMed
Clifton PM, Keogh JB. – A systematic review of the effect of dietary saturated and polyunsaturated fat on heart disease – Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2017 Dec;27(12):1060-1080. doi: 10.1016/j.numecd.2017.10.010. Epub 2017 Oct 18.Review. PubMed PMID: 29174025.
fonte: PubMed
Wang DD, Hu FB. – Dietary Fat and Risk of Cardiovascular Disease: Recent Controversies and Advances – Annu Rev Nutr. 2017 Aug 21;37:423-446. doi:10.1146/annurev-nutr-071816-064614. Epub 2017 Jun 23. Review. PubMed PMID:28645222.
fonte: PubMed
Fernandes MF, Mutch DM, Leri F. – The Relationship between Fatty Acids and Different Depression-Related Brain Regions, and Their Potential Role as Biomarkers of Response to Antidepressants – Nutrients. 2017 Mar 17;9(3). pii:E298. doi: 10.3390/nu9030298. Review. PubMed PMID: 28304335; PubMed Central PMCID: PMC5372961
fonte: PubMed
Ruiz-Núñez B, Dijck-Brouwer DA, Muskiet FA – The relation of saturated fatty acids with low-grade inflammation and cardiovascular disease – J Nutr Biochem.2016 Oct;36:1-20. doi:10.1016/j.jnutbio.2015.12.007. Epub 2016 Jan 14. Review.PubMed PMID: 27692243
fonte: PubMed
Joris PJ, Mensink RP. – Role of cis-Monounsaturated Fatty Acids in the Prevention of Coronary Heart Disease – Curr Atheroscler Rep. 2016 Jul;18(7):38.doi: 10.1007/s11883-016-0597-y. Review. PubMed PMID: 27221500; PubMed Central PMCID: PMC4879159
fonte: PubMed
fonte: PubMed
[18] Fernanda Galgano, Roberta Tolve, Maria Antonietta Colangelo, Teresa Scarpa, Marisa Carmela Caruso – Conventional and organic foods: A comparison focused on animal products – 2016 – Review Article Food Science & Technology
fonte: Cogent OA
Średnicka-Tober D, Barański M, Seal CJ, Sanderson R, Benbrook C, Steinshamn H, Gromadzka-Ostrowska J, Rembiałkowska E, Skwarło-Sońta K, Eyre M, Cozzi G, Larsen MK, Jordon T, Niggli U, Sakowski T, Calder PC, Burdge GC, Sotiraki S, Stefanakis A, Stergiadis S, Yolcu H, Chatzidimitriou E, Butler G, Stewart G, Leifert C. Higher PUFA and n-3 PUFA, conjugated linoleic acid, α-tocopherol and iron, but lower iodine and selenium concentrations in organic milk: a systematic literature review and meta- and redundancy analyses – Br J Nutr. 2016 Mar 28;115(6):1043-60. doi: 10.1017/S0007114516000349. Epub 2016 Feb 16.
fonte: PubMed
Załęcka A, Bügel S, Paoletti F, Kahl J, Bonanno A, Dostalova A, Rahmann G. – The influence of organic production on food quality – research findings, gaps and future challenges – J Sci Food Agric. 2014 Oct;94(13):2600-4. doi: 10.1002/jsfa.6578. Epub 2014 Mar 3. Review. PubMed PMID: 24436145
fonte: PubMed
Barański M, Srednicka-Tober D, Volakakis N, Seal C, Sanderson R, Stewart GB, Benbrook C, Biavati B, Markellou E, Giotis C, Gromadzka-Ostrowska J, Rembiałkowska E, Skwarło-Sońta K, Tahvonen R, Janovská D, Niggli U, Nicot P, Leifert C. – Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: a systematic literature review and meta-analyses – Br J Nutr. 2014 Sep 14;112(5):794-811. doi: 10.1017/S0007114514001366. Epub 2014 Jun 26.
fonte: PubMed
Smith-Spangler C, Brandeau ML, Hunter GE, Bavinger JC, Pearson M, Eschbach PJ, Sundaram V, Liu H, Schirmer P, Stave C, Olkin I, Bravata DM – Are organic foods safer or healthier than conventional alternatives?: a systematic review – Ann Intern Med. 2012 Sep 4;157(5):348-66.
fonte: PubMed
Alan D Dangour, Sakhi K Dodhia, Arabella Hayter, Elizabeth Allen, Karen Lock, and Ricardo Uauy – Nutritional quality of organic foods: a systematic review – The American Journal of Clinical Nutrition 90.3, 680-685 (2009)
fonte: The American Journal of Clinical Nutrition
[19] cfr.
REGOLAMENTO (CE) N. 1924/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 dicembre 2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari
fonte: EUR-Lex
Indicazioni nutrizionali e sulla salute (claim) – Ministero della Salute
fonte: Ministero della Salute
[20] cfr.
“Scienza e cultura dell’alimentazione – Tabelle di composizione chimica e valore energetico degli alimenti” – CARNI TRASFORMATE E CONSERVATE pagg. 15-16 – P. Gentili, E. Fogli, L. La Fauci – Edizione Mista
fonte: DOCPLAYER
Tabelle LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) 2014
fonte SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana)
REGOLAMENTO (CE) N. 1924/2006 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 20 dicembre 2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari
fonte: EUR-Lex
[21]
APPROFONDIMENTI
Processi della Tecnologia Alimentare – Il confezionamento in atmosfera modificata/protettiva Prof. Davide Barbanti – Università di Parma
fonte: agraria.unipr.it
SHELF-LIFE informazioni pratiche per arrivare a definire la durabilità di un prodotto e a prolungare la sua vita commerciale – Camera di Commercio Industria, Artigianato, Agricoltura di Torino – Laboratorio Chimico Camera di commercio di Torino – Edoardo Fontanella – Guide ai diritti – Agroalimentare – Data aggiornamento 22/06/2017
fonte: Camera di Commercio di Torino
Menéndez RA, Rendueles E, Sanz JJ, Capita R, García-Fernández C – Behavior of Listeria monocytogenes in Sliced Ready-to-Eat Meat Products Packaged under Vacuum or Modified Atmosphere Conditions -J Food Prot. 2015 Oct;78(10):1891-5. doi: 10.4315/0362-028X.JFP-15-103.
fonte: PubMed
Dalzini E, Cosciani-Cunico E, D’Amico S, Sfameni C, Bertasi B, Losio MN, Serraino A, Daminelli P – Growth Potential of Listeria Monocytogenes in Sliced Turkey Bresaola Packed in Modified Atmosphere – Ital J Food Saf. 2014 Feb 27;3(1):2231. eCollection 2014 Jan 21.
fonte: PubMed
Pérez-Rodríguez F, Zamorano AR, Posada-Izquierdo GD, García-Gimeno RM – Study of the effect of post-packaging pasteurization and argon modified atmosphere packaging on the sensory quality and growth of endogenous microflora of a sliced cooked meat product – Food Sci Technol Int. 2014 Jan;20(1):3-12. doi: 10.1177/1082013212469613. Epub 2013 Jun 3.
fonte: PubMed
Oluwafemi J. CalebPramod V. MahajanFahad Al-Julanda Al-SaidUmezuruike Linus Opara – Modified Atmosphere Packaging Technology of Fresh and Fresh-cut Produce and the Microbial Consequences—A Review – Food and Bioprocess Technology February 2013, Volume 6, Issue 2, pp 303–329
fonte: ResearchGate
Otaegui-Arrazola A, Menéndez-Carreño M, Ansorena D, Astiasarán I. – Oxysterols: A world to explore – Food Chem Toxicol. 2010 Dec;48(12):3289-303. doi: 10.1016/j.fct.2010.09.023. Epub 2010 Sep 24.
fonte: PubMed
Sottero B, Gamba P, Gargiulo S, Leonarduzzi G, Poli G. – Cholesterol oxidation products and disease: an emerging topic of interest in medicinal chemistry – Curr Med Chem. 2009;16(6):685-705
fonte: PubMed
J. M. FARBER (1991) – Microbiological Aspects of Modified-Atmosphere Packaging Technology – A Review. Journal of Food Protection: January 1991, Vol. 54, No. 1, pp. 58-70. https://doi.org/10.4315/0362-028X-54.1.58
fonte: Journal of Food Protection
+cfr.
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
fonte: EUR-Lex
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 1992, n. 109 Attuazione delle direttive n. 89/395/CEE e n. 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari
fonte: Aesinet
per ALTRI APPROFONDIMENTI etichettatura/”affettati”
ETICHETTATURA ALIMENTARE – Ministero dello sviluppo economico
fonte: Ministero dello sviluppo economico
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/775 DELLA COMMISSIONE del 28 maggio 2018 recante modalità di applicazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, per quanto riguarda le norme sull’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario di un alimento
fonte: EUR-Lex
DECRETO LEGISLATIVO 15 dicembre 2017, n. 231 Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del medesimo regolamento (UE) n. 1169/2011 e della direttiva 2011/91/UE, ai sensi dell’articolo 5 della legge 12 agosto 2016, n. 170 «Legge di delegazione europea 2015». (18G00023) (GU Serie Generale n.32 del 08-02-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
DECRETO LEGISLATIVO 15 settembre 2017, n. 145 Disciplina dell’indicazione obbligatoria nell’etichetta della sede e dell’indirizzo dello stabilimento di produzione o, se diverso, di confezionamento, ai sensi dell’articolo 5 della legge 12 agosto 2016, n. 170 – Legge di delegazione europea 2015. (17G00158) (GU Serie Generale n.235 del 07-10-2017)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
DECRETO 26 maggio 2016 Modifiche al decreto 21 settembre 2005 concernente la disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti di salumeria. (16A04808) (GU Serie Generale n.149 del 28-06-2016)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione
fonte: EUR-Lex
DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 1992, n. 109 Attuazione delle direttive n. 89/395/CEE e n. 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari
fonte: Aesinet
BIOLOGICO
REGOLAMENTO (UE) 2018/848 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio
fonte: EUR-Lex
AGGIORNAMENTO – Reg. (UE) 2018/848 si applica a decorrere dal 1° gennaio 2021
REGOLAMENTO (CE) N. 1235/2008 DELLA COMMISSIONE dell’8 dicembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio per quanto riguarda il regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 889/2008 DELLA COMMISSIONE del 5 settembre 2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura e i controlli
fonte: EUR-Lex
REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91
fonte: EUR-Lex
DECRETO 18 luglio 2018 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e loro successive modifiche e integrazioni, relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici. Abrogazione e sostituzione del decreto n. 18354 del 27 novembre 2009. (Decreto n. 6793). (18A05693) (GU Serie Generale n.206 del 05-09-2018)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
AGGIORNAMENTO
DECRETO 27 novembre 2009 Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n. 1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. (Decreto n. 18354). (10A01133) (GU Serie Generale n.31 del 08-02-2010 – Suppl. Ordinario n. 24)
fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
nota per le normative citate: “ed eventuali successive modifiche ed integrazioni”
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